Rock internazionale e design italiano: una riflessione sull’economia

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Gli anni ’90 hanno segnato un punto di svolta in molte sfere della cultura e dell’economia. Uno dei cambiamenti più evidenti è stato il mutamento nella qualità musicale del rock, che per decenni aveva rappresentato un pilastro dell’identità culturale. Parallelamente, il prestigioso design italiano, sinonimo di qualità, artigianalità e innovazione, ha iniziato a risentire dello scadimento economico e culturale legato alla globalizzazione.

Ma cosa lega il rock e il design Italiano? A prima vista, potrebbero sembrare due fenomeni distanti, ma entrambi sono sintomi di un cambiamento più ampio nell’economia e nella società. Con l’avvento della globalizzazione e l’ascesa della finanza come principale motore dell’economia, ciò che una volta aveva un valore intrinseco e culturale ha iniziato a essere valutato in termini puramente economici.

Il rock, con le sue radici ribelli e la sua enfasi sull’autenticità, ha lottato per trovare un posto in un mercato dominato da produzioni musicali omogenee e facilmente commercializzabili. Allo stesso modo, il design italiano, con la sua tradizione di artigianalità e attenzione ai dettagli, ha affrontato la concorrenza di produzioni di massa a basso costo.

Questo spostamento verso un’economia dominata dalla finanza ha avuto ripercussioni profonde in numerosi settori. L’industria cinematografica, l’editoria, la moda, l’agricoltura e lo sport, per citarne alcuni, hanno subito trasformazioni simili. Film originali e rischiosi sono diventati meno comuni a favore dei franchise; l’editoria ha visto una crescente concentrazione in grandi conglomerati; il “fast fashion” ha rivoluzionato l’industria della moda; l’agricoltura si è spostata verso colture mono-culturali e pratiche intensive; e gli sport hanno visto una crescente commercializzazione.

Ma non solo l’economia ha risentito di questa dominanza finanziaria; anche la cultura ha subito una battuta d’arresto. A causa della pressione esercitata dalla finanza, che schiaccia tutto sotto i suoi piedi economici, il mercato di ogni settore è stato privato delle condizioni economiche necessarie per svolgere qualsiasi lavoro in maniera approfondita. Di conseguenza, il pubblico si è abituato a leggere, ascoltare e guardare prodotti di scarso valore progettuale, accettando una qualità inferiore come norma.

In conclusione, il declino sia della musica rock che del Design Italiano negli anni ’90 può essere visto come un campanello d’allarme di un cambiamento più ampio nella nostra società e economia. Un cambiamento che privilegia il profitto immediato rispetto al valore duraturo. Tuttavia, credo fermamente che il contenuto originale, creato da piccoli professionisti come me che poco hanno a che fare con la finanza, sia la vera risposta a questo periodo di scarsa crescita culturale. In un mondo dominato dalla finanza, l’autenticità, la passione e l’artigianalità sono più preziose che mai e potrebbero rappresentare la chiave per una rinascita culturale e economica.

Se vuoi approfondire

  • Alla ricerca delle origini del declino economico italiano – IRIS
  • SVILUPPO E DECLINO DEL SISTEMA ECONOMICO ITALIANO – jstor
  • L’Italia: finanza e politica in “Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco” – Treccani